Palazzo Reale -Torino-2022. Situato al centro di Torino, fu centro di potere della Dinastia Sabauda (Foto) .
L’Architetto “Ascanio Vittozzi” progettò l’edifico che era collegato a Palazzo Madama grazie alla Grande Galleria.
Si suddivide in:
1° PIANO – PIANO NOBILE DI RAPPRESENTANZA
2° PIANO – APPARTAMENTO DEI PRINCIPI DI PIEMONTE
Palazzo Reale- Torino-2022
Lo Scalone d’Onore è l’accesso di Palazzo Reale, frutto di un rifacimento che l’architetto Ferri eseguì a partire dal 1862 per volontà di Vittorio Emanuele II primo Re d’Italia.
Del precedente scalone del seicento, resta solo il monumento equestre di Vittorio Amedeo I.
Il nuovo Scalone ottocentesco, in marmo bianco,in particolare ha celebrato i Savoia, in occasione della salita al trono d’Italia di Vittorio Emanuele II, nel 1861.
Percorrendo la scala abbellita da candelieri in bronzo e dalla balaustra in marmo, si arriva ad un livello intermedio con la statua di Emanuele Filiberto, di fronte a quella del re Carlo Alberto, padre di Vittorio Emanuele II.
La volta è stata eseguita da Paolo Emilio Morgari e mostra in particolare “l’Apoteosi di Carlo Alberto confrontato con Emanuele Filiberto”.
Sulle pareti inoltre ci sono quattro dipinti che raccontano episodi rilevanti dei Savoia:
A destra
- Il dipinto di Gaetano Ferri “Il matrimonio di Oddone con Adelaide, Contessa di Torino”.
- Il dipinto di Andrea Gastaldi “Tommaso I nell’atto di dare la libertà ad alcune città del suo Stato”
A sinistra
- Il dipinto di Enrico Gamba ” Carlo Emanuele I che intima guerra alla Spagna”.
- Il dipinto di Giuseppe Bertini “Torquato Tasso alla Corte di Savoia”.
Durante l’incendio alla vicina Cappella della Sindone, nel 1997 lo Scalone ha subito gravi danni,a causa del fatto che grande quantità di acqua è stata utilizzata per spegnere le fiamme.
1° PIANO – PIANO NOBILE DI RAPPRESENTANZA
Palazzo Reale- Torino-2022
SALONE DELLA GUARDIA SVIZZERA
Questa stanza è la più imponente del Palazzo,inoltre ha la funzione di collegare le varie parti dell’edificio.
Permette l’entrata agli Appartamenti Reali, nonchè all’Appartamento del Principe al Secondo piano e alla galleria della Sindone, con l’ingresso alla Cappella di Guarino Guarini.
Ha avuto funzioni anche di Salone di Rappresentanza.
A quel tempo era chiamato “Sala delle Glorie Sassoni “ per le pitture murali che ancora ne decorano il fregio (Eseguita dai fratelli Fea di Chieri,nel 1660) .Sono rappresentati i Principi Sassoni discendenti da Vitichindo (dai quali i Savoia, fanno risalire l’origine della dinastia.)
“Salone della Guardia Svizzera”
Ha preso il nome dal corpo militare che lo presidiava.
Il salone ha un grande camino, con sopra tre Putti in marmo del cinquecento ed anche tre busti di imperatori romani, opera di Alessandro Casella e Carlo Pozzo.
Dalla parte opposta si trova il quadro di Jacopo Palma il Giovane, che raffigura “La Battaglia di S. Quintino” avvenuta nel 1557.
Carlo Emanuele I ha commissionato l’opera , nella seconda metà del cinquecento.
A questa battaglia ha preso parte Emanuele Filiberto di Savoia, che ha guidato alla vittoria le armate spagnole sui francesi. A seguito di questa vittoria infatti, seguirono i trattati di Cateau-Cambresis grazie ai quali, nel 1563, ci fu il trasferimento della capitale del ducato da Chambéry a Torino.
Nell’800, Carlo Alberto incaricò Pelagio Palagi, di rinnovare il Salone.Il soffitto a cassettoni è stato rifatto e nel 1842 Carlo Bellosio realizzò la tempera centrale raffigurante in particolareIl Conte Verde, Amedeo VI, nell’atto di istituire “L’ordine supremo della Santissima Annunziata nel 1362”.
Le pareti furono rifinite con stucco lucido che imitava il marmo verde di Susa (con cui sono stati realizzati anche il basamento e i due tavoli a muro), al di sotto dei quali si vedono ancora le bocche di calore (utilizzate già nell’800 per riscaldare diversi ambienti,).
Palagi ha disegnato anche i grandi candelieri in bronzo che funzionavano a gas e poi furono elettrificati.
Palazzo Reale- Torino-2022
SALA DEI CORAZZIERI
Anticamente chiamata Sala delle Dignità per l’apparato decorativo seicentesco. In seguito a un incendio, questa anticamera ha cambiato il suo nome nell’attuale, dovuto infatti al corpo di guardia che un tempo sorvegliava la sala.
Pelagio Palagi ha disegnato il soffitto ricostruito nel 1844 , è rimasto anche incompiuto per l’improvvisa morte del pittore Carlo Bellosio a cui erano stati commissionati i dipinti.
Carlo Alberto ha commissionato le tre grandi tele:
destra
- Dipinto di Francesco Podesti “Il giudizio di Salomone”
centro
- Dipinto di Vincenzo Rasori “Guglielmo Embriaco alla presa di Cesarea, vi conquista il Sacro Catino”
sinistra
Dipinto di Francesco Hayez “La sete patita dai primi crociati a Gerusalemme”
I due arazzi raffigurano L’Acqua e La Terra, sono opere tardo ‘600 della manifattura francese di Beauvais.
Palazzo Reale- Torino-2022
SALA DEGLI STAFFIERI
E’ la seconda anticamera d’accesso all’Appartamento Reale.
E’ stata chiamata prima ” Sala della Virtù” per il soggetto che Amanzio Prelasca ha rappresentato al centro del soffitto seicentesco: La Virtù incoronata da Pallade e che ha ai suoi piedi una Chimera incatenata.
Poi rinominata“Sala degli Staffieri” che era il corpo di guardia speciale, che aiutava il Sovrano nella vestizione da cavaliere e nella salita a cavallo.
Le virtù che hanno anche distinto i principi sabaudi sono state raffigurate nei dipinti del fregio. Importanti tele vennero collocate come sovrapporte nel secondo dopoguerra in sostituzione di piccoli arazzi trasferiti a Roma in quegli anni.
I dipinti sono anche opera di diversi pittori. Sebastiano Ricci è l’autore della Benedizione dei figli di Giuseppe e Agar nel deserto.
Ricoprono in particolare tutte le pareti,otto importanti arazzi (recentemente sono stati ricollocati) che illustrano anche le gesta di Enea e Didone. Sono stati realizzati seguendo i settecenteschi bozzetti dipinti da Francesco De Mura esposti a centro sala.
L’orologio sulla mensola del camino è anche associato ad una coppia di candelieri in bronzo dorato di manifattura parigina.
Gli sgabelli a tenaglia e i tavolini sagomati in marmo su cui sono collocati vasi cinesi del ‘700, risalgono in particolare al XVIII secolo.
Palazzo Reale- Torino-2022
SALA DEI PAGGI
Chiamata Sala delle Vittorie per il soggetto della tela centrale del soffitto.
Giovanni Paolo e Giovanni Antonio Recchi hanno raffigurato soprattutto, la Vittoria nell’atto di distribuire palme e corone e la Fama che con la tromba fa risuonare i trionfi degli eroi dei Savoia con il motto “Habet Victoria laudem”.
Nel fregio sono state anche raffigurate battaglie vinte dai Principi di Casa Savoia.
Nel XIX secolo, per volere di Carlo Alberto, sono state realizzate le grandi tele recentemente ricollocate sulle pareti:
a sinistra il dipinto di Carlo Arienti ”Federico Barbarossa cacciato dal popolo durante l’assedio di Alessandria”
di fronte il dipinto di Ferdinando Cavalleri ”Il Conte Amedeo III che giura la Sacra Lega di Susa “
in mezzo alle finestre il dipinto di Francesco Gonin “Gli abitanti di Aisone in Val di Stura, assalgono valorosamente i Francesi capitanati dal Principe di Conti e ne incendiano le tende”
Negli stessi anni fu realizzato pure il camino con sopra una specchiera, sulla cui mensola è collocato un orologio fatto a Parigi.
La porta a due battenti che divide questo ambiente dalla successiva sala del trono è stata chiamata anche “porta della sicurezza” e nel 1662, è stata realizzata da Secondo Antonio Botto.
Ha ospitato i Paggi di Corte, giovani di buona famiglia al servizio del Re.
Camillo Benso conte di Cavour è stato anche uno di questi.
Palazzo Reale -Torino-SALA DEL TRONO
Questa sala, precedentemente destinata al trono della regina, dal 1831 è diventata soprattutto ”Sala del Trono del Re”, elemento centrale del cerimoniale della reggia di Carlo Alberto.
Su disegno di Carlo Morello è stato realizzato, il soffitto in legno dorato tra il 1660 e il 1662 dagli intagliatori della famiglia Botto .
Nell’ovale centrale,” Il trionfo della Pace che tiene sottomesso il Furore guerriero con in terra Ercole dormiente“del fiammingo Jan Miel.
I tessuti da parati, (con lo scudo sabaudo e il monogramma con le iniziali del sovrano) ed anche il ricco trono e il pavimento a intarsio, (opere dell’ebanista Gabriele Capello), documentano lo stile dell’Impero.
Circonda il trono una balaustra del settecento in legno scolpito e dorato (in origine posta intorno al letto, nella stanza al Secondo Piano del Palazzo, della Duchessa d’Aosta).
Palazzo Reale -Torino-SALA DELLE UDIENZE
La vecchia decorazione della sala fu realizzata in occasione delle nozze tra Carlo Emanuele II e Francesca d’Orléans-Valois nel 1663.
La stanza detta degli Enigmi per i dipinti che ne ornano ancora oggi il fregio, (dove compaiono le iniziali della coppia con il motto della casata e da motti di amore e di fedeltà coniugale composti da Emanuele Tesauro.
Carlo Alberto rimodernarò la sala , e divenne così “La sala di Udienza del Re”.
L’Architetto e scultore Pelagio Palagi ridisegnò gli ornamenti di legno delle porte, gli arredi e le stoffe. Alle pareti sono sistemati tre ritratti:
Carlo XV re di Svezia
Vittorio Emanuele II
l’Imperatore Napoleone III (che nel 1855 donò al primo re d’Italia la coppia di vasi Cordelier che poggiano sul piano in alabastro dei tavolini (o consolles)
I vasi, in porcellana dipinta e bronzo dorato, sono stati decorati con trofei e scene di caccia e pesca. Al centro della sala è posta una grande coppa in malachite (è una pietra verde dalle tonalità bellissime) che lo Zar di Russia ha donato a Vittorio Emanuele II.
Si apre sulla Sala,la Cappella privata voluta da Carlo Alberto, sul cui altare è collocato il dipinto “la Sacra famiglia con S. Giovannino” di Pelagio Palagi ed in basso ” La cena di Emmaus ” in legno.
Palazzo Reale -Torino-SALA DEL CONSIGLIO
Questa stanzaè stata usata nel ’600 come camera da letto dalla seconda consorte del duca Carlo Emanuele II, Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours. In questa sala,stipulava i matrimoni delle damigelle d’onore.
Jean Miel ha dipinto al centro del soffitto di legno intagliato una tela raffigurante “Il sonno di Annibale tra gli Iberi”.
Re Carlo Alberto ha presieduto nel 1831 il Consiglio dei Ministri, da cui è derivato il nome attuale della sala e il 4 marzo 1848 vi firmò lo Statuto Albertino.
L’Architetto Palagi, ha rimodernato la sala. Ha disegnò ornamenti ed arredi, simili a quelli della Sala delle Udienze, contrassegnati dal monogramma CA e realizzati in stile e in continuità con le importanti preesistenze barocche.
Agli scultori del legno Capello e Ferrero sono stati affidati i lavori ,e ai modellatori Marielloni e Somaini, che realizzarono la specchiera sopra il camino in marmo di Carrara, poi dorato, opera di Giuseppe Gaggini.
Fanno parte dell’insieme i candelieri in bronzo dorato e il tavolo sorretto da quattro cariatidi alate. Carlo Alberto è in un busto che lo ritrae in abiti da antico romano, Benedetto Cacciatori nel 1839 ha eseguito la scultura
Vennero raffigurati nelle tele alle pareti, i personaggi di Casa Savoia, in fama di santità, da cui deriva l’ulteriore definizione di camera “dei Beati” attribuita a questa sala. Questo lavoro fu eseguito dai pittori:
Gonin
Cusa
Cornaglia
Serangeli
Palazzo Reale- Torino-2022
GABINETTO CINESE
Era la “prima camera” della Grande Galleria che univa il Castello (attuale Palazzo Madama) al Palazzo del Vescovo, quest’ambiente ospitò durante il ’700 la sala da Toeletta della regina, assumendo il nome di “Gabinetto Cinese”. Divenne in seguito, Gabinetto e archivio del re.
Il raffinato rivestimento delle pareti pensato dall’architetto Filippo Juvarra ha il gusto per l’esotico che si era diffuso nelle corti europee tra ’600 e ’700. Le preziose lacche orientali sono stateintegrate con altre ad imitazione cinese.
Il pittore Claudio Francesco Beaumont eseguì i dipinti dellla volta e vi rappresentò il “Giudizio di Paride”.
La porta che chiude la stanza introduce alla sala del Medagliere dell’adiacente Armeria Reale. Su eleganti tavolini poggiano i gruppi settecenteschi delle Quattro Stagioni, che lo scultore Francesco Bertos ha realizzato.
Palazzo Reale -Torino-CAMERA DA LETTO DI CARLO ALBERTO
Questo ambiente ebbe la funzione di piccola camera da letto delle Sovrane, per loro venne decorata la volta, al cui centro Daniel Seyter ha rappresentato il Trionfo di Aurora, Apollo, Diana, la Notte, il Mezzogiorno.
Alla figura del sovrano Carlo Alberto è legata la stanza che nell’800 la scelse come camera da letto personale, anche per la presenza del balcone che si affaccia sui Giardini Reali (che a fine ‘600 André Le Nôtre ha progettato)
Defendente Ferrari ha eseguito la pala d’altare, collocata sulla parete opposta alla finestra, è una testimonianza della pittura rinascimentale piemontese.
La Madonna in trono col Bambino,è rappresentata tra S. Giovanni Battista e S. Nazario.
Il successivo ambiente è un piccolo corridoio di passaggio chiuso da porte a specchio che si aprono verso ambienti privati (che Carlo Alberto ha utilizzato) tra i quali la toeletta e il prezioso Pregadio del’700.
Palazzo Reale -Torino-SALA DELLA COLAZIONE
E’ stata utilizzata per le udienze dei Sovrani, chiamata anche “Stanza del Tempo” perché al centro del soffitto del ‘600 era posta una tela raffigurante un orologio con il motto “A suo tempo”.
Di quella decorazione il soffitto ha ancora quattro tondi con le figure retoriche di : Giorno, Notte, Eternità e Anno.
Ritratti di principi e principesse di Casa Savoia sono alle pareti.
La battaglia di Farsaglia e Canne è raffigurata su due quadri.
Risalgono a questa fase i marmi intarsiati dei gradini sotto le finestre, dove si notano gli intrecci delle iniziali “FV e CE” ossia Francesca di Valois e Carlo Emanuele II, sposi nel 1663.
La Sala fu modificata nel Settecento, conserva sulla specchiera a destra “la pendule à placare,” (pendolo placcato), orologio in bronzo dorato che rappresenta la Verità che trionfa sul tempo, preziosa unione di scultura e arte orafa che Francesco Ladatte ha realizzato.
Gabriele Capello ha intarsiato il pavimento, che rivela le trasformazioni di quando l’ambiente veniva utilizzato come sala da colazione privata del Sovrano.
Questa stanza comunica con la sala la “Camera Orba” raffinato ambiente ottagonale con copertura delle pareti con pannelli di legno. Claudio Francesco Beaumont ha decorato il soffitto.
Palazzo Reale -Torino-GALLERIA DEL DANIEL
Nel 1684 il duca Vittorio Amedeo II fece realizzare dall’architetto Carlo Emanuele Lanfranchi questo ambiente e affidò all’austriaco Daniel Seyter, ( da cui prende il nome)la decorazione della volta.
Negli scomparti in cui è diviso lo spazio si trovano:
al centro L’apoteosi dell’Eroe, cioè Vittorio Amedeo II, che sale sul monte Olimpo , accolto da Giove.
ai lati Apollo che guida il carro del Sole e l’Aurora che spande fiori;
alle estremità Ercole che ascende all’Olimpo guidato dall’Immortalità e Iride annunciatrice di Pace.
Sono di Nicolò Regnier le due sovrapporte in testa alla Galleria,con Pandora e La Giustizia,
L’inserimento degli specchi, dei tavolini, i sofà e gli sgabelli, venne deciso dall’architetto Benedetto Alfieri. Le appliques sono opera di Ladatte. L’orologio sul camino, raffigurante la Caccia al cervo e al cinghiale, si deve al lavoro di differenti artisti.
Nel 1840 Carlo Alberto commissionò un nuovo allestimento: gli specchi furono in parte coperti da ritratti di personaggi illustri dei territori sabaudi.Pietro Ayres raffigurò in tre grandi ritratti:
Umberto I (Biancamano) capostipite dei Savoia.
Emanuele Filiberto
Amedeo VI detto il Conte Verde.
Palazzo Reale -Torino-APPARTAMENTO DELLA REGINA
l’Appartamento della Regina, si trova dopo la Galleria di Daniel. Costituito da cinque sale di rara eleganza e bellezza, pieno di stucchi, dorature, affreschi e specchiere, dove l’elemento dominante è l’oro.
Gli elaborati stucchi sono rivestiti in oro e circondano le volte decorate come nella “Camera da Letto “dove è rappresentata l’opera di Daniel Seyter “Diana in atto di prepararsi per la caccia”.
In origine l’Appartamento della Regina era l’Appartamento del Re. Questo appartamento conserva i capolavori ebanistici di Pietro Piffetti, ed abbellito dagli eleganti bronzi di Francesco Ladatte.
Il Gabinetto anche se è di piccole dimensioni, è considerato uno degli ambienti più raffinati del Palazzo.
Palazzo Reale -Torino-SALA DA PRANZO
Questo spazio era prima fatto da una camera per dormire ed un gabinetto di toeletta ed erano stati decorati dal pittore napoletano Francesco De Mura. Nel 1837 venne abbattuto il muro divisorio tra i due ambienti e venne creata la nuova sala da pranzo voluta da Carlo Alberto.
Alla fine dell’’800 l’architetto Emilio Stramucci, modificò in stile neobarocco, utilizzando decorazioni antiche recuperate nei depositi del Palazzo.
Trovarono così posto sulla volta i due ovali “Rinaldo e Armida” di Daniel Seyter e “Bacco e Arianna” del bolognese Marcantonio Franceschini.
Il pannello centrale con un episodio storico di scuola del Beaumont. Sulle pareti, gli arazzi rappresentano “Storie di Annibale”. su bozzetti eseguiti da Claudio Francesco Beaumont,
Il pavimento dell’antica camera da letto fatto con intarsi in noce, carpino, acero e mogano realizzato nel 1732 da Giovanni Tamietti, Gabriele Capello lo ampliònel 1837. Le sedie, provenienti dal Palazzo Reale di Genova, sono del ’700.
Palazzo Reale -Torino-SALA DEL CAFFE’
A seguito della realizzazione della adiacente Sala da Pranzo nel 1837 l’ambiente fu utilizzato quale sala del Caffè, da cui l’attuale denominazione.
In origine ebbe diverse funzioni da anticamera della camera da letto dell’appartamento del Re a Sala del fumo, a nuovo grande gabinetto di Sua Altezza Reale, in quanto ambiente in cui il sovrano si tratteneva con i ministri dello Stato durante la stagione estiva, nonché sala del Beato Amedeo durante il regno di Carlo Emanuele III.
La stanza conserva buona parte dell’antico impianto decorativo, a partire dalla raffinata decorazione floreale di porte,pannelli in legno, così come sulla volta, sono di Daniele Seyter, i dipinti, tanto il riquadro centrale con l’Apoteosi di un eroe, quanto i quattro ovali con le allegorie.
Due sovrapporta rappresentano la Giustizia e la Carità, di Daniele Seyter mentre le altre due, sono opera di Claudio Francesco Beaumont:lo Studio delle Belle Arti e lo Studio delle Scienze.
Sul camino è visibile una rara coppia di vasi della Manifattura di Meissen. Questi due vasi fanno parte di una coppia da camino donata dal Re di Polonia, Augusto II il Forte, ospite di Vittorio Amedeo II di Sardegna nel 1725, durante il suo viaggio presso le corti delle capitali europee.
Il pavimento intarsiato di legni d’acero, noce, palissandro, ebano risale alla prima metà del XVIII secolo è attribuito al celebre Pietro Piffetti.
E’ caratterizzato da un elegante disegno curvilineo. Parte degli arredi risalgono al XIX secolo, sono stati realizzati su progetto dell’arch. Emilio Stramucci per volere di Umberto I e della regina Margherita.
Palazzo Reale -Torino-SALA DELL’ALCOVA
La sala fu la camera da letto di Carlo Emanuele II. Venne decorata in occasione delle sue nozze con Francesca d’Orléans, ha temi e allegorie che celebrano la provenienza francese della sposa.
La tela centrale del soffitto “Il re di Francia Clodoveo che riceve da un angelo lo scudo con l’insegna del giglio” e la “Cortina, con le cariatidi gravide” realizzata in legno intagliato e dorato divide il letto nuziale dalla zona di ricevimento, sono del ‘600.
Di Sebastiano Ricci è il drappo con corona del ’700, così come le sovrapporte, con soggetto biblico, opera . Vittorio Amedeo II la tenne come stanza da letto da parata, mentre sotto Carlo Emanuele III,fu demolito il letto e fu destinata a piccola sala da ballo.
Con la moglie di Vittorio Emanuele I (Maria Teresa d’Asburgo-Este) diventò sala di ricevimento. Sulle mensole laccate erano messi in vista numerosi vasi orientali, alcuni dei quali sono ancora esposti.
In questa sala si ha ancora il ritratto di Maria Teresa d’Asburgo-Lorena, consorte di Carlo Alberto, mentre sulla destra si colloca un dipinto dei “Figli di Carlo I Stuart” copia della celebre tela di Anton van Dyck conservata presso la Galleria Sabauda.
Palazzo Reale- Torino-2022
SALA DEI MEDAGLIONI
Sala del Trono del re Vittorio Amedeo II e chiamata Sala delle Grazie, fu destinata in epoca “Carloalbertina” al trono della regina Maria Teresa d’Asburgo-Lorena. Durante il regno di Umberto I, prese la denominazione di Sala dei Medaglioni per via degli ovali di marmo posti alle pareti.
Dell’allestimento seicentesco rimane la volta in legno intagliata e dorata.
La sala è arricchita dalla tela centrale di Jan Miel “Il trionfo delle Grazie” raffigurante Venere con le Grazie con la Venere delle buone leggi.
Nei riquadri laterali sono le figure retoriche della Bellezza, della Modestia, della Giovialità della Grazia, del Parlare, attribuite a Bartolomeo Caravoglia e a Luca Demaret.
La decorazione su parete, risale a fine ’800 e riflette il gusto della regina Margherita. Realizzata su progetto dell’architetto Emilio Stramucci, ha motivi dipinti a tempera e rilievi in stucco che includono sovrapporte a specchi con ornamenti floreali e quattro medaglioni antichi scolpiti da Simone Martinez.
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SALA DA BALLO
La realizzazione della sala, fu voluta da Carlo,prima occupata dalle stanze note come Sala delle Principesse e Sala della Concordia. Tra il 1835 e il 1842 Pelagio Palagi progettò un complesso decorativo di gusto classicheggiante.
Il soffitto a cassettoni, arricchito da rosoni in cartapesta dorata, ospita al centro una tela, raffigurante L’Olimpo, in cui le Ore danzano attorno all’allegoria del Tempo, davanti ad Apollo, alle Muse e al pranzo degli Dei.
Il tema della danza ritorna nel fregio, dipinto da Carlo Bellosio e Francesco Gonin.
Evocazione di un tempio greco, venti colonne in marmo bianco alternano il perimetro della sala. Nelle specchiere con cornici in bronzo dorato, si riflettono i lampadari in cristallo di Boemia, che sembrano moltiplicare la luce e lo spazio.
A decorare l’ambiente c’è anche il pavimento intarsiato di Gabriele Capello, i vetri smerigliati e un balcone per l’orchestra, sostenuto da colonne in ghisa.
Palazzo Reale- Torino-2022
SCALA DELLE FORBICI
In occasione del matrimonio del principe ereditario Carlo Emanuele (futuro Carlo Emanuele III) con Anna Cristina di Baviera Sulzbach, venne realizzata la scala delle forbici (per sostituire una scala di legno non più adatta) per consentire un accesso solenne, al sontuoso appartamento nuziale costruito al Secondo Piano del Palazzo.
L’architetto Filippo Juvarra ha progettato e realizzato la scala, che ha un impianto architettonico “a tenaglia” che scarica il peso sulle pareti perimetrali, ed una rampa superiore centrale libera da sostegni laterali, poiché sorretta solo dagli archi trasversali dei pianerottoli.
La raffinata decorazione in stucchi bianchi con le sue figure fatte di corolle fiorite, conchiglie, spirali e elementi decorativi con iscrizioni, ingigantisce gli effetti di luce in questo spazio, aumentando la grandiosità della scala.
Juvarra ha posto un ovale in corrispondenza della volta sospesa, dove un paio di forbici taglia le due trecce laterali incrociate, a simulare una lingua biforcuta da quì il nome. Una allusione: Juvarra “taglia” le malelingue dei cortigiani che non hanno ritenuto che potesse riuscire nella realizzazione della sua opera.
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APPARTAMENTO DEI QUADRI MODERNI
Juvarra ha realizzato anche questo appartamento, rialzando di un piano il porticato seicentesco che chiudeva il lato nord del Cortile d’Onore, per ospitare la biblioteca e gli archivi del Re.
Pochi anni dopo l’architetto realizzò, il nuovo palazzo per gli archivi nell’area vicina alla Regia Accademia Militare. Gli ambienti furono decorati da artisti da grande livello
Francesco De Mura
Scipione Cignaroli
Anna Caterina Gili
Pietro Domenico Olivero
Gregorio Guglielmi
Lorenzo Pécheux
ed ospitarono parte della collezioni di dipinti di artisti fiamminghi, appartenuta al principe Eugenio di Savoia, acquistata per volere di Carlo Emanuele III.
L’attuale nome deriva dalla collezione di dipinti dell’ottocento collocati negli ambienti, per volere prima di Carlo Alberto e poi di Vittorio Emanuele II, in sostituzione delle preziose tele spostate nella Regia Pinacoteca, la Galleria Sabauda.
Le sale furono utilizzate in tempi diversi e da componenti della Famiglia Reale come Foresteria Nobile.
Questa è la prima parte di Palazzo Reale- Torino-2022 che parla del 1° Piano detto anche Piano nobile di Rappresentanza.
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